mercoledì 28 marzo 2012

La Casa del Passato, la Casa del Futuro

Ho deciso di scrivere questo post, dopo aver letto "La casa sul lago" di Biancaneve, un racconto tratto da una storia vera, che parla del legame fra una ragazza e la sua casa, ipotizzato dalle riflessioni dell'autrice.
Mi ha colpito profondamente, perchè mi sono ritrovata in molti passi del racconto, in molte riflessioni ero io che riflettevo, così ho pensato che sarebbe stato bello parlare di quello che è per me il legame con la Mia Casa, sarebbe stato bello buttare giù i ricordi che riaffiorano mano a mano che rivedo i particolari, ripenso agli odori e alle sensazioni. Magari non sarà un post divertente da leggere, ma sento che devo scriverlo, per evitare di dimenticare, in fondo tutto questo mi ha portato dove sono oggi.



Da quando sono nata, conosco Verghereto quasi come le mie tasche, un piccolissimo paese arroccato sull'Appennino Cesenate, fra Emilia-Romagna e Toscana, vicino al Monte Fumaiolo, dove nasce la sorgente del Tevere.

1991 La metà della salita, difronte casa mia, con Massi, il mio amico di Modena e Luca, di Ravenna

La Casa dove passavo le mie vacanze estive, si trovava proprio lì, a metà della salita che porta dal centro ai "Giochi", accanto alla "Pinetina", difronte alla Caserma dei Carabinieri, che non hanno mai avuto molto da fare a dire la verità, visto che li, siamo quasi tutti parenti, ci si conosce da generazioni, e anche la scuola porta il nome di mia madre, come anche il Sindaco e molti altri (almeno, all'epoca). Dove ti giri ti giri, devi dire "Ciao Zia, Ciao Zio!"
1993 Ai "Giochi": da sx Roby, detto Cranio, di Arezzo la Giò (mia compagna di ginnastica, che considero ancora oggi mia sorella),  Luca e Massi
I carabinieri avevano un pastore tedesco meraviglioso, che si chiamava Cimitero, poverino, perchè era stato trovato li. Non sapeva fare la guardia, era troppo buono e quando andavamo a bere alla fontana davanti al suo recinto, cercava in tutti i modi di farsi notare, per prendersi un po' di coccole e complimenti. Era bellissimo e lo chiamavamo Cimi.
La nostra Casa l'aveva costruita mio Nonno Materno, che non ho mai potuto conoscere, perchè è morto per una banale polmonite, quando mia mamma era una ragazzina di 15 anni, ma penso che il suo dna scorra nel mio sangue, incatenato indissolubilmente a quello della mia Nonna Patrena...mi sento un mix fra loro due, quasi più che fra i miei genitori.
Mio Nonno era un volontario animalista, un donatore di sangue, un mezzo musicista e lavorava allo spaccio dell'aeronautica di Forlì, le prime due cose le ho sicuramente prese da lui, non c'e' alcun dubbio!
Aveva costruito questa casina, incastrata con le altre su un terreno in una specie di dirupo, per andare a fare la doccia si doveva uscire di casa, aprire un vecchio cigolante portone di legno verde e scendere giù, verso la cantina, percorrendo un corridoio in discesa, senza gradini, stando attenti a non inciampare fra i ciottoli sparsi del pavimento, ricoperti di polvere e sabbiolina.
Se si proseguiva 2 metri nella discesa, si andava nel retro della casa, che svettava 3 metri sopra di noi, e li sotto...orti, e altre casine, costruite una sulle altre, in un modo che ancora oggi non riesco a capire.
Era come entrare in un altro mondo per me.
La sotto c'erano anche le cantine delle altre case, che proseguivano accanto alla mia, fra le quali, quella di Massi, un bambino di Modena, che aveva, come me radici Vergheretine, sua nonna abitava ancora li e dalla sua cantina, c'era una botola che portava direttamente dentro la sua cucina, davanti al lavello! Era bellissimo giocare a nascondino e fregare tutti usando i passaggi segreti!
1993 La mansarda di Massi da sx Massi, Ilaria, la Giò
Entrando nella mia casa, si era subito in cucina, e sulla destra, dopo il tavolo e il frigorifero c'era un mobile bianco, di quelli dove si tenevano i piatti, le tazzine, ma ricordo che c'era anche il pane, i 2 vetri scorrevoli erano disegnati, due cervi, di vetro opaco su vetro trasparente che non mi sono mai piaciuti e da tempo immemore, incastrato in quella vetrina, una mini fotografia, mia e delle mie vecchie compagne di ginnastica artistica, a otto anni, con il body da gara estivo, quello con la frutta e il bordino viola di raso, tutte in piedi, abbracciate, sulla trave. Bellissimo ricordo.
Difronte c'era la sala, grande e spaziosa, con 2 finestre che davano sugli orti e le casine di cui parlavo prima, praticamente una stanza inutile, a Verghereto non si stava mai in casa, se non per mangiare e dormire. Sulla destra, la piccola porticina di legno che dava sulle scale. Scale ricoperte di orribile moquette verde, che puzzava di stantio, che portava alle camere da letto. entrambe con un letto matrimoniale e uno singolo, più un bagno minuscolo, con una vasca minuscola di quelle col sedile e il lavandino nel corridoio che separava le due camere da letto e il bagno. Non l'ho mai capita questa disposizione!
I letti cigolavano e la sera prima di dormire bisognava controllare che non ci fossero gli scorpioni sotto le coperte, si andava a letto presto di solito, al mattino alle 8 ero già in piedi, che aspettavo con impazienza la colazione.
La colazione di Verghereto...uno dei quei gusti inconfondibili, che ti rimangono impressi per tutta la vita. Latte, orzo bimbo, e la Ciaccia di Verghereto...unta e salata, spessa e morbida, che si inzuppava nel latte e prendeva quel gusto unico e meraviglioso. Una specie di focaccia, non so come la chiamate voi, la Ciaccia, la fanno così buona solo a Verghereto.
Di solito, il primo che si svegliava fra me e Massi, andava a svegliare l'altro, nove volte su dieci ero io che andavo a svegliare lui, una volta pronti si gironzolava un po'.
Ne abbiamo fatte di tutti i colori, mi ha anche salvato la vita, una volta che eravamo scesi giù per il "Piattello", la montagna della zona è veramente "Franabbile" ("perchè ffrana, non è cche ffria!" cit. Aldo di Aldo Giovanni e Giacomo) e io sono scivolata giù verso il fiume...se non mi prendeva lui al volo, a quest'ora chissà se c'ero... i miei l'hanno scoperto credo l'anno scorso...........
Che ricordi... pic nic in mezzo al "bosco", vendita di "sassi" sulle panchine davanti casa, ghirlande di fiori, randelle (leggi: capitomboli) con lo skate giù per la discesa, che se arrivava una macchina ci stirava, passeggiate notturne a cercare le lucciole, tramonti nelle radure, falò di ferragosto, in 4, a fare niente, battaglia con le pigne (che male...una delle cose più dolorose che conosca!), graffi, tagli, lividi, terra, sassi...natura. Era bellissimo.
1994 "Il Falò" da sx Io, Ilaria (mia cugina) Massi, Roby e Luca
 Io e Massi avevamo anche un nascondiglio segreto, nel curvone dove i mattoni reggono la casa della...come si chiamava...la mamma di Mauro, comunque! 
Uno di quei mattoni si toglieva e noi nascondevamo le nostre cose, o ci scambiavamo dei messaggi. Eravamo grandi amici. Davvero.
Vorrei tanto che lui leggesse questo post, e magari mi scrivesse, ci siamo scritti lettere lunghissime per anni, fino ben dopo l'esame di maturità, poi più nulla per molto tempo. Qualche anno fa ci siamo sentiti, ma poi si sa com'e' la vita, ci siamo persi ancora. Purtroppo.
Quel Paese, quella Casa, mi seguiranno per il resto della vita.
Nel 2000 l'abbiamo venduta. Per poter acquistare la Casa che ancora oggi, insieme ai miei e mio fratello stiamo sistemando, che spero di finire entro questa estate, almeno le cose basilari per entrare. 
Abbiamo venduto il passato per pensare al futuro. Ho pianto, sono stata male, quasi avrei voluto non farlo, ma da ormai troppo tempo, nessuno andava più a passare l'estate a Verghereto, perchè in realtà finchè sei piccolo è bellissimo, ma poi, non trovi nulla da fare. Non una discoteca, un pub, non ci sono molte attrazioni turistiche, i giovani se ne vanno e restano i vecchi. Il paese sta morendo ed è un vero peccato, perchè sarebbe una chicca, un po' come S.Marino, con i viottoli in salita...
L'amore per la Casa di Verghereto si è trasformato nel progetto di una vita, la ristrutturazione della nostra Casina (come la chiamiamo), il sogno dei miei genitori che si è trasformato nella realtà, per me e mio fratello. Una casa colonica da contadino, tipica romagnola, con 3000 metri di terra attorno, nessun vicino (o quasi) e aria pulita.
La stiamo tirando su con le nostre mani e dopo averla pagata, dal 2006 ci lavoriamo tutti i week end.
E' dura, non ne posso più, non vedo l'ora di averla finita, riposarmi o fare quello che mi pare la domenica.
Ma è una soddisfazione vederla crescere. E' come un figlio, mio, dei miei, di mio fratello, e da qualche anno, anche di Lù e la morosa di mio fratello. Sarà il nostro nido, il luogo di incontro con gli amici, il luogo dove poter accogliere gli animali che salverò, dove far crescere e giocare i nostri bambini, sarà anche l'eredità che lasceremo loro.
Al nostro futuro.
2011 La " Nostra Casina"
La casa costruita da mio Nonno, è stata il fondamento della Nostra Casa, come il fondamento della nostra Infanzia, e questa casa, sarà il fondamento per il futuro dei nostri figli.
Questo legame indissolubile tra passato, presente e futuro, fra generazioni, storie, esperienze, è Vita.
Mi manca la Casa di Verghereto, ma sarà sempre parte della Mia Casa e della Casa dei miei Figli, perchè senza di Lei e senza il mio Nonno, non l'avremmo mai potuta costruire.
Grazie Nonno, grazie Verghereto.





6 commenti:

  1. Bello Dany, davvero bello.
    Mi ha anche commosso questo racconto.
    Credo anche io che le radici della tua casa del futuro, questa che stai costruendo, - invisibili, ma salde - siano quelle della casa di Verghereto.
    Vedi, se l'aveste venduta e poi con il denaro ricavato ci aveste fatto fatto altro sarebbe stato effettivamente come disperderla, ma in questo maniera è solo come se in realtà voi l'aveste voluta riadattare ad un futuro diverso, il vostro appunto, come se le aveste dato nuova linfa e nuova vita.

    Bellissime anche le descrizioni dei tuoi giochi da bambina, mi hai rievocato sensazioni legate anche alla mia infanzia, seppure in contesti e situazioni diverse.

    Beh, che dire? Sono contenta che il mio raccontino ti sia servito da spunto per pensare, elaborare e scrivere questo tuo, davvero bello ed anche molto significativo nella riflessione conclusiva.

    Un abbraccio.:-)

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  2. Solo felice che ti sia piaciuto, in fondo è anche merito tuo se l'ho scritto!
    Penso che tutto quello che accade nelle nostre vite, sia collegato, gli incontri, le esperienze, le azioni, sono tutti passi verso la soluzione finale.
    Ma non avevo mai ricordato quella casa come in questi giorni, dopo aver letto il tuo racconto.
    Stasera, se trovo qualche vecchia foto di Verghereto, l'allego a questo post, così vedi di cosa parlavo!
    Grazie
    Un bacio

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  3. Ciao Dany; che bello questo racconto e quanto importante è non dimenticare mai da dove veniamo...
    Tu e Biancaneve mi avete fatto venire la voglia di aprire una finestra sulla mia infanzia e credo che a breve ne farò un piccolo post.
    Un abbraccio!

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  4. che bello Maura! Ricordare, in alcuni casi è davvero bellissimo! Non vedo di leggere il post sulla tua infanzia!
    un abbraccio anche a te!

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  5. Anonimo11:37 AM

    Dany, spesso mi sembra che io e te si abbia un percorso a tratti molto simile! :)
    Che emozione vedere la tua meravigliosa casa! E leggere i tuoi progetti! Mi ci rivedo spesso..
    Che dire, il tuo ottimismo mi riempie il cuore, perchè a me spesso manca. Spesso la meta sembra così lontana che manderei tutto alle ortiche! Un giorno, quando sarà finalmente mia, metterò anche io qualche foto :)
    Complimenti a te e alla tua famiglia, state tirando su uno spettacolo :)
    Ciao!

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    Risposte
    1. Rò! Non sai che piacere mi fa sentirti dire queste cose! E' bello sapere che a volte quello che scrivi, fa piacere anche agli altri, oltre che te stessa. Tanto è palese, che scrivo "per me", ma sapere che altri mi leggono e magari sono pure contenti di farlo, mi da grande gioia!
      Tante volte mi è venuto in mente "basta, vendiamola"! "se non l'avevo comprata a quest'ora ero nel mio appartamentino da 10 anni" o "vendiamola, e prendiamoci un monolocale arredato"! Sono i momenti di sconforto, che ti fanno pensare queste cose, perchè in effetti, è talmente tanto che ci sto dietro, che ormai il sogno, in alcuni casi diventa incubo...ma finiremo presto, inizio a veder la luce! grazie, ciao !!

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