mercoledì 4 aprile 2012

Una storia vera

Quella che sto per raccontarvi è una storia vera.
Non ricordo l'anno preciso, ma so che sono passati almeno una decina d'anni da quel che successe in quel giorno. Lo ricordo come se fosse successo oggi.


Bisogna assolutamente decidere cosa fare per capodanno! Come sempre ci ritroviamo all'ultimo, siamo a metà dicembre e ancora siamo qui a chiederci dove andare, cosa fare, come organizzarci.
Poi, un lampo di genio. C'è un bellissimo agriturismo nelle colline di Cesena, in mezzo al niente! Hanno anche il maneggio, potremmo fare una passeggiata fra i boschi!
Di sicuro si mangia da dio, in abbondanza e non si spende troppo e poi... hanno una specie di depandance dove possiamo trascorrere la notte! Direi che è l'ideale! Poca spesa, molta resa!
Chiamiamo, confermiamo e dopo qualche giorno, partiamo.
Arriviamo in questo splendido casolare di campagna, in mezzo al silenzio e i colori delle colline, i titolari, gentilissimi, ci offrono grappe casalinghe e ci invitano a sederci con loro per spiegarci come funziona la caldaia, l'acqua calda e dove possiamo trovare tutto il necessario per la notte.
Chiacchieriamo per un po' poi ci avviamo verso quella che sarebbe stata la nostra casa per qualche giorno.
Che bello! Un camino gigantesco, ci dava il benvenuto appena aperto la porta, l'ideale per scaldarci in quella giornata freddissima. Iniziamo subito a sistemare tutte le nostre cose, cercare la legna, fare i letti, dare una spazzata, cercare le carte per fare un marafone.
Io decido di uscire...godermi un po' di pace e serenità in mezzo a tutta quella natura infreddolita, lontana dal caos.
Cammino, respiro, mi riempio polmoni e occhi, non sento freddo, c'e' un bellissimo sole che mi scalda il viso. Mi guardo intorno e vedo il casolare dell'agriturismo...mi avvicino, camminando lentamente e ascoltando tutti i suoni della natura intorno a me. Poi... lo vedo...
Gironzola vicino alla stalla, badando alle sue faccende, un po' infreddolito, ma con gli occhi brillanti e quel sorriso, che si può avere solo a quell'età. Il padrone dell'agriturismo, Mario, mi vede, mi chiama e me lo presenta: "Gino! Vieni! Che c'è una bella ragazza!... Gino! Chiudi la stalla!" 
Gino si incammina, poi si ferma, torna indietro, chiude la stalla e velocemente ci raggiunge. Chiacchieriamo un po' mentre continuano a seguire le loro cose e rimango affascinata dal lavoro e dall'attenzione che Gino presta a tutto quello che fa e dice Mario. Mi dice che Gino è con loro da circa 6 mesi, non parla, ma riesce benissimo a comunicare, quindi probabilmente, capisce tutto quello che diciamo, anche se ha quella faccia un po' da tontolone.
"Usa cenni del capo e qualche strano suono, non ha mai imparato la lingua dei gesti, ne è impossibilitato, per via delle sue mani, vedi, non sono proprio... normali!" mi dice Mario, sorridendo. Mi fa una gran simpatia e tenerezza, nel suo mondo com'è, v' immaginate cosa può voler dire, non riuscire a comunicare quello che vorreste dire? Non deve essere facile. Ma sembrava comunque felice. 
Poi la triste notizia. Mario mi dice che Gino aveva rimasto 8 giorni di vita al massimo. Gino non sembrava preoccuparsene, come se non lo sapesse. E in realtà nemmeno Mario mi sembrava particolarmente preoccupato.
Ok, non parla ma sembra sano! Non mi pareva avesse malattie degenerative e non dimostra nemmeno chissà quanti anni! Ha una vita da vivere! Possibile che non ci fosse modo di salvarlo? Chiedo spiegazioni, se si poteva fare qualcosa per aiutarlo...
No, non c'era modo di salvarlo.
Purtroppo. 
Infondo, era solo un maiale.
    



9 commenti:

  1. Che storia triste... ma quindi gli erano rimasti solo otto giorni perché poi lo avrebbero ucciso per mangiarlo? Ma come si può? Allevare così un animale, comunicarci, affezionarcisi, rendersi conto che capisce e percepisce tutto intorno a sé e poi ucciderlo?
    Io proprio non riesco più a capacitarmi di come la gente si affezioni ai cani, ai gatti e poi con indifferenza mangi tutti gli altri animali.

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    1. già, proprio così...sarebbe morto il giorno della Befana, per diventare prosciutto e tutto il resto.
      Penso sia stata la prima grossa spinta verso la domanda "perchè mangiamo gli animali?"
      Ho continuato a mangiare carne per un sacco poi, ma Gino, l'ho sempre avuto in mente. Davvero io non potrei mai fare una cosa simile, non riesco a capire con che coraggio...per me è difficile l'idea del macello industriale ma pensare al contadino, che cresce un maiale, gli da un nome, lo chiama, gli insegna a chiudere le porte e poi lo sgozza...no. e' più forte di me...

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  2. questo commento mi è stato cancellato da una bloggers che aveva fatto un post di "buona pasqua" ... sarò ottuso ma non ho capito perchè.


    Per una Pasqua di pace… pensaci : gli agnellini ad un mese
    di vita vengono strappati alle madri, e costretti a lunghi viaggi
    terribili su TIR strapieni, per arrivare a un lurido macello in cui
    gli animali terrorizzati vengono appesi a un gancio per una zampa,
    seviziati e lasciati morire dissanguati.
    Prima di essere appesi sentono l’odore del sangue
    e le urla di terrore dei loro compagni… tutto questo
    solo per un crudele e infame rito religioso !
    Non potrebbe esistere un motivo più futile di questo per
    sottoporre questi cuccioli a tanta sofferenza, e alla morte.
    Ogni anno a Pasqua vengono massacrati 2 milioni di agnelli,
    Fa la cosa giusta, quest’anno non stare con gli assassini !

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    1. Stefano te l'avra cancellato perché sarà una di quelle cui piace mangiare la carne e che proprio non vogliono sentirsi dire nulla in proposito, hai presente, quelli che dicono... "io rispetto la tua scelta, ma tu devi rispettare la mia"... peccato però che queste persone non tengano minimamente conto della scelta della vittima.

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    2. è un classico... quando parli di cose che possono "infastidire" o ti infamano o ti dicono cose assurde tipo "nascono x essere mangiati, se non li mangiamo invaderanno il pianeta oppure anche le piante soffrono!"... e poi magari ti cancellano.
      Questo post l'ho scritto così, senza foto e cercando di non far capire se parlavo di un uomo, un bambino, un cane o un maiale, proprio per stimolare la reazione anche di quelli che magari all'inizio non pensano sia un maiale e quindi, sono dispiaciuti...poi magari chissà, quando si rendono conto che era "solo un maiale" rimangono spiazzati dal senso di pena e tristezza provati e magari (proprio magari...) ragionano un po'...
      io adoro i maiali... (si vede dalla foto profilo?) e spero di poterne salvare uno, quando sarò a casa mia e farlo vivere felice insieme a noi e gli altri pelosi e pennuti! Se riesco ad adottarne uno, lo chiamerò... Franco! quanto ci sta bene, Franco, ad un maiale?? mi fa impazzie! :0)

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    3. Anche io trovo i maiali particolarmente simpatici. :-D
      Quando ne adotterai uno fammi sapere, ti verrò a trovare. Ho sempre desiderato poterne accarezzare uno, ma non ho mai avuto questo privilegio finora. Chissà, magari in futuro andrò a vivere in campagna e a quel punto potrei davvero pensare di adottarne uno, ovviamente salvato da qualche macello.

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  3. «v' immaginate cosa può voler dire, non riuscire a comunicare quello che vorreste dire?»

    Mi hai ricordato questo: «Tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riesci ad esprimerlo con le parole. E la luce del giorno si divide la piazza, tra un villaggio che ride e te, lo scemo che passa, e neppure la notte ti lascia da solo, gli altri sognan se stessi e tu sogni di loro.»
    http://www.youtube.com/watch?v=nuSkcLY0YQg

    Non centra? Mah, in fondo...

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  4. De Andrè... poeta.
    Centra perfettamente! E' un altro modo di "comunicare", ma c'è sempre la difficoltà di non potersi esprimere.
    Grazie per il tuo commento, mi hai fatto riascoltare una vecchia, meravigliosa canzone. :0)

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  5. La difficoltà di non potersi esprimere e il sopruso della gente che si mette al di sopra.
    Io De André lo trangugio quotidianamente. Ma sono un caso a parte io ;)
    Btw, lui sapeva cogliere la prospettiva dell'emarginato, appunto.

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